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Robert Downey Jr and Guy Ritchie ’ photocall in Rome, Italy

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ironmanup
view post Posted on 12/12/2011, 20:28 by: ironmanup




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Film in anteprima
Robert Downey Jr.: «Nel mio Sherlock spazio alle donne»
L’attore si racconta a Roma per la promozione di Sherlock Holmes – Gioco di ombre in arrivo il 16 dicembre

Emanuela Genovese - 12/12/2011
Genio e sregolatezza. Stile e intuizione. Con Sherlock Holmes – Gioco di ombre (in 600 sale per Warner Bros. dal 16 ottobre) il team creativo della saga investigativa di Arthur Conan Doyle, guidato dal regista Guy Ritchie, torna a regalare al pubblico un secondo episodio appassionante e coinvolgente. Sembra essere finito il tempo di investigare ma una bomba scatena il genio del detective Holmes (interpretato da Robert Downey Jr.) che insieme al suo fido Watson (Jude Law) prova a bloccare il genio del male, Moriarty (Jared Harris). In loro aiuto interverranno una zingara esperta anche di arti marziali, interpretata da Noomi Rapace (la protagonista svedese della saga Millenium), e di Microft, fratello di Holmes, interpretato dall’attore e scrittore Stephen Fry.

Abbiamo incontrato a Roma il protagonista Robert Downey Jr.:

BEST MOVIE: «Cosa regala questo secondo episodio rispetto al precedente?»

ROBERT DOWNEY JR: «Emerge l’importanza del potere delle donne. A volte è invisibile come quello di mia moglie (Susan Downey n.d.r.) produttrice di Sherlock Holmes. Il film è frutto di un grande processo creativo apprezzato e riconosciuto dal grande pubblico. Continua la bellissima amicizia tra Holmes e Watson evidenziata da particolari come l’immenso rispetto reciproco, la profonda stima.»

BM: «Tra inseguimenti e ragionamenti il secondo episodio di Sherlock Holmes si presenta con più scene di azione e di lotta armata…»

RD: «Il merito è di Guy Ritchie che è un regista indipendente e capace. È bravissimo anche nelle scene d’azione, che sono una parte importante del film.»

BM: «Azione ma anche tanti travestimenti.»

RD: «Il mio Sherlock – devo ammettere che ho letto Doyle quando abbiamo iniziato a lavorare per il film – non è convenzionale in nessun particolare. Senza berretto, senza pipa è un selvaggio che a volte combatte senza armi. Sono molto buffi i travestimenti che inventa. All’inizio vestirmi da donna mi ha divertito, ma poi…»

BM: «La forza del film è anche nel duo Downey & Law. Come è davvero il vostro rapporto?»

RD: «Siamo molto amici anche nella vita e questo incide tanto su un set. La stima reciproca e la libertà del nostro rapporto è importante per la riuscita di questo film. Ma il boss è il regista Guy Ritchie che ha davvero talento nel guidare il cast e tutta la troupe senza essere autoritario. È stata la nostra guida con il suo atteggiamento open-mind e con la sua flessibilità nel lasciare il giusto spazio all’improvvisazione e a trarre il meglio da ogni un attore.»

BM: «I suoi prossimi progetti ?»

RD: «È difficile parlare di altri film in questo momento che sono concentrato sulla promozione di Holmes. Ho interpretato Iron Man e Sherlock Holmes, personaggi che si potrebbero raccontare all’infinito. Ma mi chiedo: per quanto tempo puoi essere un superoe senza pensare di essere diventato vecchio?»

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INTERVISTE - NEWS & ARTICOLI Robert Downey Jr. e Guy Ritchie presentano Sherlock Holmes 2




Arriverà nelle nostre sale il 16 dicembre in 600 copie, dopo lo stratosferico successo del primo capitolo, Sherlock Holmes - Gioco di Ombre.
Squadra che vince non si cambia, e dunque tornano Robert Downey Jr. e Jude Law nelle vesti del mitico detective deduttivo creato dalla penna di Arthur Conan Doyle e dell'altrettanto celebre e a volte bistrattata spalla, il dottor Watson. Stavolta li affiancano Noomi Rapace, nei panni della gitana Sim, Stephen Fry in quelli di Mycroft, fratello maggiore di Holmes, e Jared Harris nelle vesti del suo arcinemico, lo psicotico ma geniale professor Moriarty.
A presentare il film in Italia sono venuti però soltanto il regista Guy Ritchie, il protagonista Robert Downey Jr., e i produttori Joel Silver e Lionel Wigram. Puntualissimi, sorridenti e soddisfatti, anche se sintetici nelle risposte, si sono sottoposti alle domande della stampa italiana.

Nel film Sherlock Holmes paragona il matrimonio all'Armageddon. Downey Jr. (sposatissimo e in trepidante attesa del primo figlio dalla moglie Susan, assente perché molto incinta, ndr) è d'accordo? "Cercavamo solo di suggerire in modo spiritoso il fatto che a Holmes non piace il fatto che Watson si sposi. Ma anche nelle storie di Conan Doyle, Holmes ammira molto le donne, e di sicuro ammira Irene Adler".
Il nuovo Holmes di Downey Jr. sembra un po' un incrocio, serialità compresa, tra Batman e James Bond, è per questo che il film ha avuto tanto successo?. Risponde sempre Downey Jr.: “Credo che il successo sia dovuto allo stile molto particolare che abbiamo scelto per affrontare questa serie vittoriana del mistero: Le avventure di Conan Doyle erano già un serial, e Moriarty esisteva ben prima che arrivasse il dottor No”. Conferma Wigram: “Conan Doyle ha creato un personaggio molto bondiano assai prima che questo esistesse. Divertente, sofisticato e vivace. Ha precorso molto i tempi, creando questo eroe tanto particolare”.
Fondamentale, anche secondo il mogul Joel Silver (al suo attivo la serie di Arma Letale e la trilogia di Matrix), il nuovo approccio scelto per la storia: “Fin dall'inizio abbiamo sempre parlato della visione di Guy Ritchie del personaggio, del fatto che volevamo prendere una storia vittoriana e renderla il più fresca e nuova possibile. Sapete che ho fatto molti sequel, ma a questo punto credo proprio che questo sia il migliore che abbiamo mai fatto, è un fantastico family movie per le feste. E spero che un giorno, visto che le storie di Conan Doyle sono seriali, arriveremo magari a un ventitreesimo capitolo! Tra l'altro, parlando di girl power, non dimenticate che la moglie di Robert, Susan, è una delle produttrici del film. Lei ha lavorato tantissimi anni con me, anche alla Dark Castle, ed è una che non molla l'osso: con questo copione ha fatto come un cane col frisbee, non lo ha lasciato finché non è stata sicura che fosse il meglio che potevamo avere. Credeva davvero in questo film, come tutti noi, è stato proprio uno sforzo collettivo”.

Pur mantenendo lo stile e le eccentricità del primo film, Gioco di ombre torna anche alla fonte. “E' vero – conferma Downey Jr. - ci sono cose prese pari pari dall'ultimo romanzo di Conan Doyle. Rispetto al primo, stavolta, sapevamo di avere più riferimenti, e se ci perdevamo qualcosa strada facendo, tornavamo alla fonte. Secondo me se uno non migliora le cose che ha già fatto non ha alcun senso farle”.
Guy Ritchie ha trovato qualche affinità con The League of Gentleman di Alan Moore e con i film di Bond? “No, il primo film era ispirato a un altro fumetto, e anche se di Bond sono un grande fan qualsiasi influenza in tal senso è stata inconscia. Questa è una serie che si basa su una passione comune, fatta da un gruppo di persone che condividono la stessa visione. Ora che siamo riusciti a costruire questa visione, cerchiamo solo di migliorare strada facendo, aumentando l'azione e lavorando di più sui personaggi”.
Downey Jr. conferma la natura collettiva del processo: “Io e mia moglie condividiamo la passione di discutere e parlare di tutto il procedimento. Quello che vede la gente è il risultato dell'esperienza di un gruppo di persone che a volte si comportano anche come bambini, discutono, litigano, ma cercando sempre di innovare. Il film è stato scritto e riscritto. Ad esempio la scena del doposbronza di Watson non era così. Guy ha deciso di cambiarla completamente rendendola più divertente. O il mio apparire travestito sul treno dove Watson sta per avere la sua luna di miele. Ho deciso che non c'erano abbastanza travestimenti nel film e che Holmes doveva vestirsi da donna perché questo avrebbe dato sicuramente fastidio a Mary. Guy all'inizio non voleva, ma poi è stato contento che l'abbiamo fatto”.

Infine, una curiosità: Guy Ritchie ci svela chi è stato a suggerire l'iconico Stephen Fry per il personaggio di Mycroft: “Chris Martin dei Coldplay è un vero sherlockiano ed è stata sua l'idea che Mycroft dovesse essere interpretato da Stephen Fry. Lui è uno che mette soggezione, da un punto di vista intellettuale... finché non si spoglia”.
Resta spazio per due battute di Robert Downey Jr. A una domanda sulle arti marziali nel film risponde: “una delle cose che più funzionavano nel primo film era il combattimento a pugni nudi. Volevamo che i combattimenti sottolineassero i momenti emotivi del film. Ritchie è molto bravo nel ju-jitsu, anche se qua abbiamo adottato una variante inglese che non esiste in realtà. L'action è una parte importante del film, e non potrei essere più d'accordo sul fatto che mi muovo in modo straordinariamente aggraziato di fronte a un avversario spaventoso”. Rimpianti per un cinema più piccolo, progetti? “C'è una canzone di Crosby, Stills e Nash che si intitola "Love The One You're With" (ama quello con cui stai, ndr), e mi è difficile parlare di altri progetti quando sono così concentrato su quello che sto facendo”.






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Spettacolo12.12.2011Scrivi alla redazione Invia articolo Stampa articolo AAA

"Sherlock Holmes è come James Bond"
L'attore Robert Downey jr. e il regista Guy Ritchie hanno presentato a Roma il nuovo film
foto LaPresse
CorrelatiLA PRESENTAZIONE A ROMA15:45 - Robert Downey jr. torna nei panni di Sherlock Holmes al cinema il 16 dicembre con "Gioco di ombre", sequel del film diretto da Guy Ritchie due anni fa, che ha avuto un successo in tutto il mondo, incassando più di 500 milioni di dollari. Per presentare il film a Roma c'erano sia l'attore americano che il regista, che ha spiegato: "Credo che con Sherlock Holmes Conan Doyle abbia creato un personaggio alla James Bond prima di chiunque altro".
"Potremmo considerare Doyle il primo sceneggiatore, - continua il regista ed ex compagno di Madonna - che ha raccontato un eroe d'azione intellettuale, in una storia molto sofisticata". Downey jr. a questo proposito si è spinto ancora oltre: "Secondo me sono le storie di Conan Doyle ad aver influenzato altri supereroi come Batman o James Bond".

In questo film, ambientato tra Londra, Parigi, la Germania e la Svizzera, Sherlock Holmes deve scoprire il piano del suo avversario, il professor Moriarty, che rischia di distruggere l'Europa. Come nella prima pellicola il punto di forza è la complicità tra Holmes e il dottor Watson interpretato da Jude Law, con il quale si avventura in combattimenti, travestimenti, e azioni spericolate. "La mia idea del film nasce dalle pagine di Conan Doyle, ma ho cercato di trovare un modo nuovo per intrattenere, con un'azione intelligente" ha detto Ritchie, che ha poi spiegato: "Jude Law è stato subito perfetto nella parte e tra i due personaggi è nato una specie di flirt, che è l'essenza del film".

Ritchie ha rinnovato completamente l'immagine del celebre investigatore: niente mantellina e pipa, dunque, perché secondo lui sono solo frutto di riletture televisive. Moltissimi però sono i travestimenti del protagonista, anche perché, come ha spiegato il produttore Joel Silver: "Il nostro obiettivo era di far sembrare Sherlock Holmes fresco e contemporaneo, eccitante come Bond e Batman".
 
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